ENPAF CONTRIBUTI – contributo di solidarietà per i disoccupati temporanei ed involontari

 

Tra i possibili interventi diretti ad alleviare la posizione contributiva degli iscritti disoccupati, compatibilmente con gli obblighi di equilibrio del saldo previdenziale imposti dall’art. 24, c. 24 del dl n. 201/2011 (c.d. “decreto salva Italia”) e definitivamente consolidati in conseguenza della inclusione dell’Enpaf, come di tutte le Casse dei professionisti private e privatizzate, tra le pubbliche amministrazioni inserite nel conto consolidato dello Stato individuate dall’Istat, il Consiglio Nazionale del 26 novembre 2011 ha modificato l’art. 21 del Regolamento prevedendo la riduzione del contributo di solidarietà dal 3%, del contributo previdenziale intero, all’1%, per i disoccupati temporanei e involontari.

 

Conseguentemente, una volta intervenuta l’approvazione definitiva da parte dei Ministeri vigilanti della predetta modifica regolamentare all’art. 21, a decorrere dal 1° gennaio 2014, i disoccupati temporanei ed involontari che faranno domanda per ottenere la contribuzione di solidarietà, dovranno versare l’1% del contributo previdenziale intero, mentre coloro che già usufruiscono del contributo di solidarietà a tale titolo, verranno collocati d’ufficio alla misura dell’1%. La misura del 3% per il contributo di solidarietà rimarrà solo per coloro che già ne usufruiscono, o faranno domanda per usufruirne, come lavoratori dipendenti esercenti attività professionale del farmacista. Resta fermo il limite massimo dei cinque anni complessivi decorsi i quali chi fruisce della riduzione contributiva in qualità di disoccupato temporaneo e involontario la perde e viene collocato d’ufficio nella posizione di non esercente l’attività professionale e, dunque, è soggetto all’applicazione dell’aliquota del 50%.

 

Nell’ambito del sopra citato obbligo di finanza pubblica di invarianza dei saldi, la modesta riduzione di gettito contributivo per l’anno 2014 è stata compensata dall’aumento della contribuzione Enpaf per l’anno prossimo, connesso alla variazione Istat, pari all’1,5%.

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